«Bisognerà valutare con grande attenzione quel che Putin dirà, se lo dirà, nelle prossime ore per capire l’orientamento del Cremlino in questa fase di destabilizzazione dell’area cerniera tra Est e Ovest del pianeta – ha proseguito l’avvocato Tirelli –. Se il leader russo non condannerà fermamente l’attacco proditorio di Hamas, sposandone anzi le ragioni, il nostro futuro sarà buio e incerto».
«Quel che è sicuro, invece, è che la comunità ebraica in Italia e in Occidente dev’essere protetta come mai prima d’ora. Il pericolo di atti emulativi da parte di lupi solitari o addirittura l’organizzazione di un movimento politico arabo-islamico in funzione anti Israele potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza in Europa e nel resto del mondo oltre a incendiare ulteriormente il clima».
«E anche l’Italia, ancorché inserita nel più ampio contesto politico-militare dell’Alleanza atlantica, dovrebbe dare un segnale di vicinanza al popolo israeliano, l’unica democrazia esistente in Medioriente, con misure emergenziali come l’interruzione dei rapporti consolari e diplomatici con la Palestina e l’espulsione immediata di un significativo numero di immigrati irregolari con consequenziale blindatura dell’isola di Lampedusa.
È davvero puerile, infatti, la posizione di quella parte di opinione pubblica, per lo più collocata a sinistra, che evoca la colomba della pace mentre ci sono ancora i cadaveri di ebrei innocenti abbandonati in strada, senza sepoltura, e centinaia di ostaggi, tra cui donne e bambini, sono nelle mani di pazzi terroristi fondamentalisti. Contro Hamas non si può negoziare o porgere l’altra guancia: serve una risposta dura e implacabile sul piano militare in Israele, e sul piano della repressione dell’islamismo integralista in Europa».
«Attaccare Israele, mentre il mondo intero è impegnato a fornire assistenza a Kiev nella lunga e sanguinosa battaglia contro Mosca, significa sconquassare i già precari equilibri mondiali a un anno esatto dalle prossime presidenziali americane. Oltre al costo umano che tale conflitto sta portando in Israele e nei Territori occupati, – ha concluso Tirelli – è fondamentale avere chiara la percezione che il mondo oggi non è in grado di sopportare due guerre, quella ucraina e quella israeliana, senza venirne travolto. La priorità assoluta è spegnere l’incendio in Medioriente prima che diventi un inferno».