«La carne sintetica porta con sé un duplice potenziale pericolo: uno di natura sanitaria e un altro di natura economica. È fondamentale impedire che questa pietanza finisca nel piatto degli italiani. Il governo non consentirà strani esperimenti alimentari per inseguire confuse idee di progresso che si scontrano con le più elementari norme di tutela della salute».
A dirlo è Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia alla Camera e componente della commissione Affari sociali.
«Per la consumazione della carne sintetica, la Fao e l’Organizzazione mondiale della sanità individuano ben 53 rischi potenziali, dalle allergie al tumore, soprattutto in relazione al ricorso agli ormoni nei bioreattori. Peraltro, non sono nemmeno chiari i tanto sbandierati vantaggi per l’ambiente considerato che la coltivazione di carni in vitro è una coltivazione energivora che produce inoltre importanti quantità di anidride carbonica che restano nell’atmosfera per centinaia di anni».
«Bisogna poi valutare gli impatti economici che, un simile prodotto, può avere sulla filiera dell’agroalimentare italiano e campano, in particolare. Nel 2022, l’export regionale ha superato i 5,2 miliardi di euro con un incremento del 26% rispetto all’anno precedente, e anche i primi mesi del 2023 confermano il trend in continua crescita. Ho raccolto e raccolgo ancora le preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori della filiera zootecnica della nostra regione, comparto di altissima qualità che impiega migliaia di addetti, tra attività dirette e indotto, per un giro d’affari da centinaia di milioni di euro all’anno. Immaginare di mettere a repentaglio questo strategico segmento dell’economia campana per provare a introdurre, nella nostra dieta, prodotti di dubbia provenienza, peraltro riconducibili a poche multinazionali estere, sarebbe un errore imperdonabile».
«Forza Italia e il governo – conclude la Patriarca – sono fermamente contrari all’ipotesi di aprire il mercato alle carni sintetiche e manterremo ferma e severa vigilanza su questo aspetto, soprattutto riguardo alle eventuali pressioni che potrebbero arrivare dall’Unione europea».