Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPrende sempre più corpo, ogni giorno che passa, l’ipotesi di un rinvio delle nomine Rai a settembre. Lo slittamento viene considerato quasi ineluttabile ormai, sia in ambienti della maggioranza che dell’opposizione. Non solo perché i tempi sono strettissimi, visto che il 9 agosto inizia la pausa dell’attività parlamentare, ma anche perché nel centrodestra manca il via libera definitivo all’accordo e spuntano nuovi ostacoli sul percorso per la proclamazione del presidente che necessita della collaborazione di almeno una parte della minoranza in Commissione di Vigilanza.L’opposizione è compatta sull’idea di uscire dall’aula in caso di votazione, per evitare franchi tiratori. In ogni modo, è in programma una capigruppo al Senato, ultimo tentativo per provare a calendarizzare l’elezione dei due consiglieri prima dello stop, che, in caso di via libera, dovrebbe essere seguita da quella di Montecitorio per il voto sugli altri due.Loading…Il nodo tempi«I tempi sono stretti – precisa il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri -. Più ci si avvicina a ferragosto, più diventa complicato. È un processo decisionale che investe le aule e la Vigilanza ed è bene che almeno sulle procedure si cerchi un’intesa anche con l’opposizione». Per il calendario – ricorda – «serve l’unanimità nella capigruppo, altrimenti bisogna andare in aula. Se tutti aderiscono bene, ma francamente i tempi mi sembrano molto stretti».Ipotesi voto 10 settembreTra le ipotesi circola anche quella di calendarizzare già lunedì 5 agosto il voto per il 10 settembre. È chiaro che per sbrogliare la matassa serve preliminarmente l’intesa nella maggioranza e per questo si rincorrono le voci di un vertice tra i tre leader. Giorgia Meloni potrebbe vedere ad ore Matteo Salvini, corre voce in ambienti della maggioranza (anche se non c’è alcuna conferma da parte dei diretti interessati), o tutto potrebbe essere rimandato al cdm del 7 agosto, anche con Antonio Tajani.Le posizioni nella maggioranzaA spingere sull’acceleratore è soprattutto Fratelli d’Italia, che vorrebbe chiudere la pratica indicando come amministratore delegato Giampaolo Rossi. La Lega però vuole la certezza di poter contare su un direttore generale di sua fiducia, come Marco Cunsolo o Maurizio Fattaccio. Forza Italia ha da tempo puntato come presidente su Simona Agnes, facendo affidamento sul sostegno di Azione e Italia Viva, con voto segreto, per raggiungere il quorum dei due terzi in Vigilanza.