Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaSulla scia di una delicata tregua in Libano conquistata a fine novembre dopo 14 mesi di duri scontri tra Israele e i miliziani sciiti di Hezbollah, l’Italia con oltre mille militari è chiamata, sotto l’ombrello Onu, a evitare che le armi riprendano la parola. Dopo la proroga al 18 febbraio dell’accordo di cessate il fuoco, gli sfollati nel Sud del Paese si sono messi in viaggio per fare ritorno nelle loro case, o in quello che ne rimane.Basta poco perché tutto precipiti di nuovo. Il generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, lo sa bene. Questa mattina a Shama, nella base Millevoi, ha preso parte al passaggio di consegne alla guida del Settore Ovest della missione delle Nazioni Unite Unifil. Da una parte la Brigata “Sassari”; dall’altra la Pozzuolo del Friuli, che subentra.Loading…Negli ultimi mesi la missione ha registrato momenti di massima allerta, con razzi lanciati contro il quartiere generale del contingente italiano, soldati rimasti feriti dalle schegge e ore trascorse nei bunker in stato di allerta. In quelle ore concitate i peacekeeper sono stati presi di mira dalle parti in conflitto.Generale, la situazione è ancora quella?Nell’ultimo periodo, i nostri militari si sono trovati a operare in un contesto caratterizzato dall’escalation delle tensioni tra Israele e Hezbollah e dal conseguente deterioramento delle condizioni di sicurezza, sfociate poi in un conflitto aperto. Non sono mancate situazioni critiche in cui il nostro contingente è stato spesso esposto al rischio concreto di un coinvolgimento negli scontri. Tuttavia i soldati italiani hanno continuato a presidiare le aree assegnate, anche quelle più esposte lungo la Blue Line (la linea di demarcazione tra Libano e Israele, ndr.) , assolvendo con determinazione i loro compiti ed evitando così ulteriori episodi di escalation. Malgrado le attività di monitoraggio e i pattugliamenti siano stati ridotti nei momenti più difficili della crisi in relazione alle esigenze di protezione del contingente delle Nazioni Unite, la missione Unifil continua a svolgere un ruolo cruciale per il consolidamento del cessate il fuoco tra Israele e Libano e l’implementazione della risoluzione 1701 dell’Onu. Oggi le attività operative sono in ripresa, con un rinnovato slancio di partecipazione da parte delle Forze Armate libanesi che stanno progressivamente tornando ad aumentare la loro presenza nel Sud del Paese.