“Forza Italia è ora impegnata a
intervenire a una modifica della legge Severino per evitare, in
barba al principio di presunzione di innocenza, che gli
amministratori pubblici condannati in primo grado debbano essere
sospesi dalle funzioni. Abbiamo assistito a casi di sindaci,
consiglieri regionali e presidenti di Regione condannati in
primo grado e poi assolti perché il fatto non sussiste. E’ anche
la ragione per la quale riteniamo che sia arrivato il momento
per accelerare i tempi in Parlamento per la approvazione della
legge sulla separazione delle carriere e la riforma del Csm”. Lo
dice a Tgcom il deputato di FI Pietro Pittalis. “Il reato
d’abuso di ufficio – aggiunge il vicepresidente in Commissione
Giustizia alla Camera – ha subito una serie di modifiche dal
1990 fino al 2020 nel tentativo di precisare i connotati della
condotta punibile, ma senza conseguire gli obiettivi prefissati,
spesso per responsabilità della magistratura che ha sempre
trovato il modo di vanificare gli sforzi del legislatore
riallargando i margini applicativi della fattispecie. E’ una
norma incriminatrice desueta e dannosa, percepita dagli
amministratori e dai funzionari pubblici come la causa di una
esposizione ad un rischio elevato di responsabilità penale.
Pensando ai danni prodotti dal solo avvio delle indagini,
determinando la paralisi dell’azione amministrativa in un
momento storico in cui occorre portare a compimento le opere
pubbliche legate al Pnrr, rappresenta un ostacolo alla ripresa
del Paese con un costo di circa il 2% del Pil”. “I numeri –
prosegue – confermano che è una norma desueta e dannosa poiché,
a fronte di un numero di iscrizioni nel registro degli indagati,
solo una esiguità di queste si trasforma in sentenze di
condanna. Per questa ragione la maggioranza ha ritenuto di
abolire un reato che non ha nessuna necessità in un sistema e
che crea solo un sovraccarico di lavoro alle procure della
Repubblica. Le modifiche non hanno avuto alcun effetto anzi,
abbiamo assistito a una giurisprudenza creativa che si è
ancorata ai principi di ordine generale stabiliti dall’art.97
della Costituzione”. “E’ inammissibile continuare ad alimentare
un sistema che ha determinato la paura della firma anche perché
si è trattato di un reato utilizzato dalla magistratura
requirente come una sorta di grimaldello per ingerirsi
nell’attività della pubblica amministrazione. Anche i sindaci di
centrosinistra – continua Pittalis – hanno sollecitato
l’abrogazione perchè, a fronte di oltre 4500 iscrizioni nel
registro di indagati, solo poche si concludono con sentenze di
condanna”. Tornando all’iniziativa di FI di riformare la legge
Severino, Pittalis aggiunge: “Abbiamo assistito a casi di
sindaci, consiglieri regionali e presidenti di regione
condannati in primo grado e poi assolti in appello perché il
fatto non sussiste. Carriere stroncate, vite distrutte senza che
nessuno ne paghi le conseguenze tantomeno in termini
disciplinari. E’ anche la ragione per la quale riteniamo che sia
arrivato il momento per accelerare i tempi in Parlamento per la
approvazione della legge sulla separazione delle carriere e la
riforma del Csm”.
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