Borse europee in leggero rialzo in avvio di seduta: Francoforte +0,15%, Londra +0,03%, Parigi +0,09%, Milano +0,13%. Le premesse sono positive, visto che Wall Street ha chiuso in positivo e ci si aspetta che l’andamento sia uguale in Europa, anche alla luce del taglio dei tassi avvenuto ieri da parte della Bce. Ora invece tocca alla Federal Reserve; sarà probabilmente un taglio dei tassi, ma resta da definire se sarà di 25 o 50 punti base.
A Milano bene Enel e Eni, crolla Nexi
A Piazza Affari, i maggiori rialzi del giorno sono guidati da Amplifon, che avanza dell’1,29% a 27,58 euro, Brunello Cucinelli con un incremento dello 0,95% a 84,95 euro e Campari, che cresce dello 0,85% a 8,338 euro.
Diasorin e Iveco Group registrano entrambe un aumento dello 0,83%, rispettivamente a 102,90 euro e 8,718 euro. Eni sale dello 0,75% a 13,954 euro, dopo aver varato la nuova organizzazione societaria che punta a fare emergere valore delle società satellite Vår Energi, Azule, Plenitude ed Enilive attraverso l’ingresso di nuovi partner e la quotazione.
Cresce anche Stellantis dello 0,70% a 13,606 euro. Nel frattempo, la produzione della 500 Bev a Mirafiori subirà una sospensione delle attività che si prolungherà fino all’11 ottobre.
Telecom Italia guadagna lo 0,67% a 0,242 euro, Moncler cresce dello 0,63% a 51,44 euro e Stmicroelectronics conclude la giornata con un rialzo dello 0,61% a 25,43 euro.
Il principale ribasso della mattinata è di Nexi, che scende del 3,09% a 6,158 euro. Società PayTech italiana, il motivo del ribasso è dovuto al calo di Worldline sulla Borsa di Parigi. Operante nel settore delle tecnologie di pagamento, Worldline ha annunciato un cambio di Ceo e ha rivisto al ribasso le sue previsioni per i ricavi e l’Ebitda del 2024, citando “problemi di performance specifici” in alcune delle sue attività.
Male anche Leonardo con un calo dello 0,92% a 20,39 euro, mentre Tenaris perde lo 0,62%, scendendo a 12,855 euro. Finecobank è in ribasso dello 0,59% a 15,055 euro e Unicredit registra una diminuzione dello 0,39% a 37,05 euro, ancora alle prese con l’acquisto di Commerzbank e che ha ricevuto anche il parere favorevole di Christine Lagarde.
Continuando con i ribassi, Saipem cede lo 0,30% a 1,845 euro, Banca Mediolanum scende dello 0,18% a 10,93 euro, e Erg diminuisce dello 0,16% a 24,86 euro. Recordati Ord e Italgas chiudono entrambi con un calo dello 0,10%, rispettivamente a 50,85 euro e 5,20 euro.
Cosa cambia con il taglio dei tassi
Come previsto, ieri la Bce ha ridotto i tassi di interesse di ulteriori 25 punti base. Il tasso sui depositi è sceso al 3,5%, mentre i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali sono stati portati rispettivamente al 3,65% e al 3,9%. Le previsioni di inflazione rimangono invariate rispetto alle proiezioni di giugno: 2,5% per il 2024, 2,2% per il 2025 e 1,9% per il 2026. Tuttavia, sono state riviste al rialzo le stime sull’inflazione di fondo: 2,9% (da 2,8%) per il 2024, 2,3% (da 2,2%) per il 2025 e 2,0% (da 1,9%) per il 2026.
Gli economisti hanno ridotto le previsioni sui tagli dei tassi da 35 a 32 centesimi per la fine dell’anno, continuando a scontare un ulteriore taglio di 25 punti base a dicembre. Tuttavia, secondo fonti della Bce citate da Reuters, un taglio a ottobre appare improbabile senza sorprese particolarmente negative sulla crescita.
Spread a 138 punti
All’apertura, lo spread tra BTp e Bund è rimasto pressoché stabile. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il Bund a pari scadenza è sceso a 138 punti base, rispetto ai 139 punti di ieri. Anche il rendimento del BTp decennale benchmark è in calo, attestandosi al 3,51% rispetto al 3,55% della chiusura di ieri.