Rischiano “di riverberarsi anche
sull’efficacia delle indagini in corso, alcune delle quali di
significativa rilevanza” le scoperture nell’organico
amministrativo della Procura di Perugia. Lo ribadiscono il capo
dell’Ufficio Raffaele Cantone e il dirigente amministrativo
Alessandro Marchionni nella lettera inviata al Ministero della
Giustizia e al procuratore generale del capoluogo umbro. “La
grave situazione di scoperture impone perciò di sollecitare,
ancora una volta, l’adozione di urgenti soluzioni per limitare
il pericolo di pesanti effetti negativi sulle attività della
Procura” scrivono nel documento pubblicato sul sito della
procura stessa.
Nella lettera si evidenzia che “una segnalazione merita la
criticità nel profilo di conducente automezzi: attualmente sui
cinque previsti in pianta è in servizio solo un conducente, che
deve far fronte alle esigenze di trasporto di 13 magistrati
verso aule e uffici giudiziari dislocati, anche in città, in
luoghi distanti dalla sede della Procura”. “Senza dimenticare
che ogni settimana lo stesso conducente – si legge ancora –
accompagna i colleghi amministrativi a gestire i fascicoli
processuali nell’archivio situato in località distante circa 10
chilometri dalla Procura”.
“Ultima, ma non per importanza, è la scopertura nel profilo
di ausiliario, per il quale non risulta all’orizzonte alcuna
iniziativa di reclutamento, al pari di quello di conducente
automezzi” scrivono i vertici dell’Ufficio. “Ormai si annoverano
in questa Procura – aggiungono – solamente due ausiliari sugli 8
previsti in pianta, con tutte le negative conseguenze in ordine
alla gestione di nodali attività all’interno e all’esterno
dell’ufficio”.
“In conclusione, considerata la situazione appena descritta,
destinata ad essere ulteriormente aggravata con il pensionamento
di varie altre unità di personale già nei prossimi mesi,
chiediamo che venga adottata ogni possibile determinazione per
assegnare a questo Ufficio personale nei profili su richiamati,
in modo da poter ridurre almeno in parte il rischio di
pericolosi disservizi” conclude la lettera al Ministero e alla
Procura generale.
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