“La notizia delle dimissioni da Ragioniere generale dello Stato apre scenari che ci preoccupano. Non vorremmo che fosse il primo passo per una opera di spoils system da parte del governo Meloni. La Ragioneria non è una struttura di staff alle dipendenze del governo ma un pilastro insostituibile del nostro apparato pubblico”.
Lo affermano in una nota i senatori del Pd sottolineando che da tempo, del resto, anche Anac e Agenzia delle Entrate sono nel mirino del governo e del ministro Giorgetti. Le colpe? Non aver paura di dire la verità sui conti e sulle scelte di un governo incapace di far quadrare i conti e di varare provvedimenti utili all’economia e alla tenuta sociale del Paese”. Da qui l’annuncio del deposito di un ddl per tutelare e difendere, anche alla luce dei nuovi vincoli imposti dal Patto di stabilità, la trasparenza delle procedure di nomina, l’autonomia e l’indipendenza del Ragioniere generale dello Stato.
“Ci sono oltre 1200 persone – proseguono i senatori dem -che lavorano con rigore, competenza e abnegazione per assicurare la massima trasparenza sui conti dello stato così come accade su ogni territorio con gli oltre 5mila appartenenti alla Ragioneria generale dello Stato in tutta italia. Non c’è tra le oltre 5mila persone dipendenti della Rgs una in grado di fare il Ragioniere Generale? Da tempo, del resto, anche Anac e Agenzia delle Entrate sono nel mirino del governo e del ministro Giorgetti. Le colpe? Non aver paura di dire la verità sui conti e sulle scelte di un governo incapace di far quadrare i conti e di varare provvedimenti utili all’economia e alla tenuta sociale del Paese. E’ la conferma ulteriore di una ‘allergia’ a tutti i controlli di autorità ed enti terzi che abbiamo già riscontrato e denunciato in sede di manovra di bilancio e della voglia di avere mano libera sui conti pubblici. Per questo motivo come Pd abbiamo depositato un ddl per tutelare e difendere, anche alla luce dei nuovi vincoli imposti dal Patto di stabilità, la trasparenza delle procedure di nomina, l’autonomia e l’indipendenza del Ragioniere generale dello Stato”.
Per approfondire Agenzia ANSA Fincantieri, Mazzotta nominato presidente del CdA – Notizie – Ansa.it Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri S.p.A. riunito oggi ha nominato per cooptazione Biagio Mazzotta nuovo Consigliere di Amministrazione, che rimarrà in carica fino alla prossima Assemblea degli azionisti. (ANSA)
Ribadiamo: anche alla luce di questi cambiamenti – sottolinea il capogruppo Francesco Boccia – servirà il coinvolgimento del Parlamento anche quando verrà cambiata la nuova legge di contabilità. E’ già peggiorato il rapporto tra Parlamento e Mef in questi mesi e quanto avvenuto alla Rgs rischia di far implodere tutto”.
“Le dimissioni di Biagio Mazzotta – continua il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd e primo firmatario del ddl – arrivano dopo mesi di polemiche e pressioni senza precedenti. Sul super bonus, in particolare, si è scatenato uno scaricabarile indecoroso. La destra ha attaccato a testa bassa la RGS, come se i partiti – tutti, quelli di maggioranza ma anche chi era all’opposizione – che il 110 lo hanno voluto e votato, fossero dei passanti.
Detto questo, il nodo da sciogliere adesso è sulla base di quali criteri verrà indicato il prossimo Ragioniere generale. Non è una nomina qualunque: parliamo della guida di una struttura di cruciale importanza, che verifica la tenuta dei conti pubblici in uno dei Paesi con il più alto debito pubblico al mondo. Per ricoprire questo ruolo chiave non serve un fedelissimo del Ministro dell’Economia di turno, ma una figura caratterizzata dalla massima autorevolezza e indipendenza possibile. Per garantire il rispetto di questi criteri le regole per la nomina del Ragioniere generale vanno cambiate. Noi abbiamo depositato un disegno di legge che va in questa direzione, prevedendo procedure simili a quelle previste per il presidente di ISTAT: la nomina del Ragioniere generale deve essere validata, con parere vincolante, dalle commissioni parlamentari competenti, e la scelta deve ricadere su personalità che non abbiano ricoperto incarichi di governo o di diretta collaborazione, e che abbiano una elevata esperienza professionale maturata per almeno 5 anni presso la Rgs, la Corte dei Conti, la Banca d’Italia, la Bce o l’Ufficio parlamentare di bilancio”.
“Non permetteremo – concludono i senatori dem nella nota – che, incapace di governare in modo efficace, questa maggioranza metta le mani sulla struttura che ha il compito di controllare i conti dello Stato e colpisca magari chi, in nome della tutela della finanza pubblica e della stabilità dell’economia, osa criticare le scelte di questa destra e di un governo che vivacchia solo grazie a continue fiducie su decreti inutili e sbagliati”.
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