A 15 anni dal decesso di una
paziente per una infezione dopo un’operazione la famiglia sarà
risarcita con oltre un milione. Accade a Reggio Emilia, dove il
tribunale civile ha emesso sentenza sul caso della morte di Anna
Maria Amati, 61enne operata al ginocchio nel 2009, con l’inizio
di un calvario sanitario che la portò prima a un’amputazione e
poi alla morte. Lo riporta la stampa locale.
La donna trascorse circa 20 mesi dentro e fuori da ospedali a
causa di una infezione cronica che sviluppò al ginocchio
sinistro dopo un’operazione di protesi considerata di routine.
Fu operata a Villa Verde il 13 maggio 2009, e poi subì altri due
interventi al Rizzoli di Bologna per la rimozione della protesi
e per tentare di salvare l’articolazione dopo la frantumazione
del femore con una emorragia. Poi al Santa Maria Nuova di Reggio
l’amputazione fino all’anca della gamba. Infine la morte per
setticemia in Rianimazione il 16 febbraio 2011.
A 15 anni dalla morte la giudice del tribunale civile di
Reggio, Stefania Calò, ha stabilito il risarcimento record di un
milione e 125mila euro per il vedovo Domenico e i figli Mario,
Antonio, Vincenzo e Rocco, assistiti dall’avvocato Giacomo
Fornaciari. A dover indennizzare per il “danno parentale” è
Villa Verde. “Si tratta di un risarcimento di notevole entità –
ha commentato l’avvocato Fornaciari – ma è sicuramente
proporzionato al gravissimo danno subito dai congiunti di Anna
Maria e il Tribunale ha accolto quasi totalmente le nostre
richieste”.
Periti incaricati su richiesta dei parenti della donna
conclusero che tutto derivava dalle cure “non adeguate” che
Villa Verde prestò alla donna quando la ferita al ginocchio si
infettò. Nella sentenza si specifica che c’è “nesso causale con
le complicanze sorte a seguito dell’intervento di artroprotesi”
e che “l’infezione post chirurgica non è stata adeguatamente
trattata, il che ha portato la cronicizzazione dell’infezione
con necessità di trattamento chirurgico in due tempi
correttamente eseguito presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli”.
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