Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ho voluto onorare questo invito per dimostrare il rispetto profondo che nutro per una delle principali organizzazioni del lavoro della nostra nazione, che si appresta a compiere il suo 75mo compleanno, e per ribadire ancora una volta l’importanza che il governo attribuisce al confronto con settori produttivi, lavoratori e imprese: nessuno può avere le risposte a tutte le domande e sapere ascoltare può fare la differenza, anzitutto se l’interlocutore non ha accondiscendenza né pregiudizio». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea nazionale della Cisl. «Il titolo di questa assemblea – ha aggiunto – è il Coraggio della partecipazione, un titolo evocativo ma soprattutto riguarda un’altra grande sfida, che è innovare il nostro modello economico produttivo coniugando sussidiarietà e crescita. Il che significa rifondare la dinamica fra impresa e lavoro, superando una volta per tutte questa tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere».La premier: «Inverno demografico ha implicazioni su tenuta sociale»Un passaggio dell’intervento è stato sulla sfida della denatalità. «L’inverno demografico – ha sottolineato Meloni – non investe solo l’Italia ma anche l’Europa, ha enormi implicazioni sulla tenuta sociale. Sono fiera di poter dire che questo governo ha dato finalmente alla questione della natalità e della demografia la centralità che merita, perché – ha spiegato – si tratta di una materia economica: lo abbiamo fatto con un pacchetto di interventi senza rinunciare a passare il messaggio che un figlio che nasce è un segno più e non meno».Loading…«Tagliato cuneo e fatto pagare banche, diverso da passato»«Abbiamo confermato e potenziato il taglio del cuneo fiscale, lo abbiamo reso strutturale – ha sottolineato il presidente del Consiglio -, che era una rivendicazione del sindacato: abbiamo ampliato i benefici a 1,3 milioni di lavoratori e abbiamo ottenuto che fossero banche e assicurazioni a concorrere alla copertura di questi provvedimenti. Un netto cambio di passo rispetto a tempi in cui i proventi delle tasse dei lavoratori venivano usati per sostenere banche e assicurazioni senza che nessuno invocasse la rivolta sociale».«Rispetto per Sbarra, non rappresenta una parte politica»La premier ha ricordato che «il ruolo di un sindacalista è guadagnarsi il rispetto necessario a fare in modo che l’interlocutore sia attento alle sue istanze. Anche quando» con il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra «non siamo stati d’accordo, perché abbiamo discusso, sapevamo che avevamo di fronte qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori, non di una parte che rappresentava o addirittura di una parte politica».IA, «rischi per il lavoro, siamo già in ritardo»Una «grande sfida» che «noi abbiamo di fronte è l’avvento dell’intelligenza artificiale. Voi sapete che la presidenza italiana del G7 lo scorso anno ha concentrato sul tema proprio dell’impatto dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro, una delle sue grandi questioni, delle grandi questioni che abbiamo voluto discutere con i nostri partner. Perché? Banalmente perché noi andiamo verso un mondo nel quale sempre più lavoratori rischiano di non essere necessari, banalmente perché se la modernità ci ha abituato alla sostituzione di competenze, in passato noi eravamo abituati a una sostituzione di competenze che era soprattutto concentrata sul lavoro fisico e questo consentiva al lavoratore di elevarsi, di dedicarsi più ai lavori di concetto, ai lavori di organizzazione, ma oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito con un impatto enorme, potenzialmente devastante anche sui lavoratori più qualificati e con una ricchezza che rischia di concentrarsi e di verticalizzarsi sempre di più se noi non governiamo questo processo e siamo già in ritardo». «Come si governa questo processo? Io penso – ha affermato – che la grande sfida sia soprattutto quella di costruire le basi per un mercato del lavoro nel quale ci siano ancora operai, ci siano ancora tecnici, ci siano ancora professionisti che magari svolgeranno quella stessa mansione in un modo diverso e questo significa soprattutto lavorare anche qui per accompagnare i lavoratori in questa trasformazione che significa un programma molto vasto di reskilling e di upskilling».