05 settembre 2024 | 10.06
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“Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte”. Così Beppe Grillo sul suo blog in un post intitolato ‘Repetita Iuvant’ in cui afferma: “A oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle”. “E’ vero che ‘nessuno deve temere una comunità che discute’…ma – sottolinea nel Post Scriptum – nemmeno chi decide liste bloccate e abbracci mortali senza discuterne con la comunità”.
Il nostro Dna
“Il 20 agosto – ricorda – pubblicavo sul mio blog un post dal titolo ‘Il nostro Dna’ in cui chiedevo la salvaguardia del simbolo, del nome e della regola del secondo mandato, principi fondanti del MoVimento 5 Stelle” scrive Beppe Grillo. “Dopo la pubblicazione del suddetto post, Giuseppe Conte pubblicava un video di lancio dell’Assemblea Costituente in cui dichiarava che sia il simbolo, che il nome, che anche le regole del M5S avrebbero potuto subire modifiche. Ora, esplicito ancora di più quanto avevo inteso già fare con quel post, purtroppo ignorato dal Presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle. E, quindi, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati. Repetita iuvant”.
L’alternativa ai partiti tradizionali
Grillo rammenta che il Movimento “è nato dall’idea che Gianroberto e io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perché ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo. È una storia vecchia quanto il mondo: da secoli le comunità si ingegnano per trovare regole che possano arginare questa deriva”.
“Non esistono regole perfette – prosegue – ma è evidente che i conflitti d’interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. È un comportamento dettato dal naturale egoismo umano, radicato e difficile da sradicare. Proprio per questo, Gianroberto e io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili. Per questo, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che – ammonisce Grillo – se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni”.