Con l’inverno che prosegue e un aumento della domanda energetica, la situazione delle scorte di gas in Europa sta raggiungendo un punto critico. I livelli di stoccaggio stanno infatti diminuendo, mentre le tensioni geopolitiche e le condizioni climatiche sfavorevoli peggiorano ulteriormente la situazione.
L’abbassamento delle scorte ha portato a un aumento dei prezzi del gas, sfondando anche il tetto dei 58 €/MWh (euro al megawattora), un valore che non si toccava da due anni, raddoppiato rispetto all’inizio di febbraio 2024.
La situazione in Europa e in Italia
Secondo i dati della piattaforma Gie-Agsi, l’8 febbraio 2025 le riserve di metano nell’Unione Europea sono scese sotto la soglia del 50%, attestandosi al 49,02%. Un forte calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando il 21 febbraio 2024 le riserve erano al 64,7%.
La diminuzione delle scorte di gas ha causato un aumento dei prezzi, con il mercato Ttf di Amsterdam che ha visto il costo del gas naturale salire a 58 euro al MWh. Un livello che non si registrava da tempo. Un rialzo provocato dall’incremento della domanda, dovuto al clima rigido ma anche alla riduzione della produzione di energia eolica e le tensioni geopolitiche. Interrotte infatti le forniture di gas russo tramite i gasdotti ucraini. A questi si aggiungono le manutenzioni programmate in Norvegia e le possibili restrizioni commerciali dagli Stati Uniti, che stanno aggravando ulteriormente la situazione, spingendo i paesi europei a cercare soluzioni alternative per garantire la sicurezza energetica.
In Italia però, la situazione sembra meno nera del previsto. Secondo Facile.it, le scorte italiane sono al 60,94% (121,93 TWh), coprendo circa il 18% del fabbisogno medio annuo di 673,87 TWh. Si tratta di un miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando le scorte erano al 59,2% (116,61 TWh).
Le mosse della Commissione Europea
Una delle principali strategie che la Commissione Europea sta valutando è il disaccoppiamento del costo dell’elettricità dal gas. Questa misura ha l’obiettivo di ridurre le bollette per i consumatori finali, proteggendoli dagli aumenti vertiginosi dei prezzi del gas. Questa pratica permetterebbe di stabilizzare il prezzo dell’elettricità, ancorato a costi di produzione diversificati.
Sullo sfondo permane la questione dei dazi sulle importazioni annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che potrebbero avere effetti rilevanti sul mercato globale dell’energia. L’introduzione di tariffe del 25% su acciaio e alluminio, insieme alla possibile applicazione di dazi anche sull’Ue, rischia di aumentare i costi delle importazioni di gas naturale liquefatto in Europa. In tale contesto gli Stati Uniti rappresentano il principale fornitore.
Quanto pagano in più le famiglie
Ma qual è l’impatto di questo rialzo dei prezzi del gas sulle famiglie? Secondo il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, “una famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi di gas si ritrova a pagare circa 309 euro in più rispetto al 2024. Una situazione che rischia di peggiorare nelle prossime settimane se i rincari sui mercati proseguiranno a questi livelli”.La crisi delle scorte di gas ha avuto un impatto diretto sulle bollette del gas per i consumatori, con un aumento delle tariffe medie del 21,1% rispetto all’anno precedente. La crescente corsa dei prezzi dei beni energetici all’ingrosso è diventata una delle principali preoccupazioni per il governo Meloni, tanto che l’esecutivo di centrodestra sta lavorando a un decreto che preveda misure specifiche per alleviare l’impatto del caro-energia su famiglie e imprese.