02 settembre 2024 | 00.02
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Israele si infiamma, la tensione si alza con le manifestazioni per la liberazione degli ostaggi prigionieri a Gaza dal 7 ottobre e culmina oggi con uno sciopero generale. Secondo il Forum delle famiglie degli ostaggi, in tutto il paese sono scese in piazza circa 700mila persone: oltre mezzo milione solo a Tel Aviv. Davanti alla protesta imponente, secondo la Cnn, il premier Benjamin Netanyahu è “preoccupato”.
Nella giornata cruciale, invasa in particolare l’autostrada Aylon di Tel Aviv al grido ‘Bibi (Netanyahu, ndr) uccide gli ostaggi’. Secondo il Times of Israel, scontri tra manifestanti e polizia, con una ventina di arresti. Cortei anche a Gerusalemme, Haifa, Ra’anana, Be’er Sheva, Kfar Saba, Kiryat Bialik, Afula, Ness Ziona, Binyamina.
Il ritrovamento dei corpi di 6 giovani uccisi in un tunnel di Rafah alza ulteriormente la tensione in un quadro caratterizzato oggi dallo sciopero generale proclamato dal capo della Histadrut, la principale organizzazione sindacale dello Stato ebraico, Arnon Bar-David.
Lo scioperoLo sciopero era da tempo una richiesta del Forum per protestare contro il governo guidato dal premier Netanyahu. “Un accordo è più importante di qualsiasi altra cosa”, ha affermato Bar-David, sostenendo che l’intesa sugli ostaggi – come maturato dai colloqui avuti con molti membri dell’apparato di sicurezza – sia bloccata “a causa di considerazioni politiche”.”Stiamo ricevendo sacchi per cadaveri invece di un accordo. Sono arrivato alla conclusione che solo il nostro intervento” potrebbe dare una spinta ai negoziati, ha aggiunto, annunciando che a “partire dalle 6 del mattino di domani l’intero mercato del lavoro sciopererà”.La protesta interesserà anche l’aeroporto internazionale Ben-Gurion di Tel Aviv che interromperà le attività dalle 8. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, chiede ufficialmente l’intervento del procuratore generale Gali Baharav-Miara affinché faccia scattare una precettazione generale con ingiunzioni immediate.
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