“Guardandoci attorno, vediamo quanto è dolce lo scenario della natura. Ma rientrando in noi stessi, ci accorgiamo che c’è uno spettacoloancora più bello”, ha detto il Papa nell’incontro con i fedeli sulla spianata antistante la Cattedrale di Vanimo. “E la nostra missione è proprio questa: diffondere ovunque, attraverso l’amore di Dio e dei fratelli, la bellezza del Vangelo di Cristo”.
Secondo il Pontefice, è importante “che ciascuno di noi promuova l’annuncio missionario là dove vive: a casa, a scuola, negli ambienti di lavoro – ha elencato -, perché dappertutto, nelle foreste, nei villaggi e nelle città, alla bellezza dei panorami corrisponda quella di una comunità in cui ci si vuole bene”.
“Formeremo così, sempre più, come una grande orchestra capace, con le sue note, di ricomporre le rivalità, di vincere le divisioni – personali, familiari e tribali -; di scacciare dal cuore delle persone la paura, la superstizione e la magia; di porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l’infedeltà, lo sfruttamento, l’uso di alcool e droghe: mali che rendono infelici e imprigionano tanti fratelli e sorelle, anche qui”.
Francesco ha voluto ricordare che “l’amore è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo, perché ha le sue radici in Dio”. “Diffondiamolo, perciò, e difendiamolo, anche quando il farlo può costarci incomprensioni e opposizioni”, ha soggiunto. E ha evidenziato come “molti turisti, dopo aver visitato il vostro Paese”, tornino a casa “dicendo di aver visto ‘il paradiso'”, riferendosi, in genere, “alle attrazioni paesaggistiche e ambientali di cui hanno goduto”.
Tuttavia, ha detto ancora il Papa, “il tesoro più grande qui non è quello. Ce n’è un altro, più bello e affascinante, che si trova nei vostri cuori e che si manifesta nella carità con cui vi amate”. È questo “il dono più prezioso che potete condividere e far conoscere a tutti, rendendo Papua Nuova Guinea famosa non solo per la sua varietà di flora e di fauna, per le sue spiagge incantevoli e per il suo mare limpido, ma anche e soprattutto per le persone buone che vi si incontrano”.
L’arrivo del pontefice a Valimo
Il Papa, a bordo del C130 messogli a disposizione dall’Aeronautica Militare australiana e decollato da Port Moresby, è atterrato all’aeroporto di Vanimo, nel nord di Papua Nuova Guinea, che con i suoi 11.000 abitanti è un porto ed è la città più grandee popolosa della provincia di Sandaun (Sepik occidentale) e del distretto di Vanimo-Green River, sulla costa nord-occidentaledel Paese.
Vanimo è nota per le sue spiagge pittoresche, la barriera corallina e come destinazione per il surf, nonché famosa per lacultura e le tradizioni indigene delle tribù d’Aitape e Mamberamo e per le foreste di mangrovie, considerate tra le più belle del mondo.
Al suo arrivo, il Papa è stato accolto dal vescovo di Vanimo, mons. Francis Meli, e da autorità locali. Quindi ha raggiunto in auto laspianata antistante la Cattedrale di Vanimo mentre alcuni fedeli lo accompagnavano con danze di benvenuto. Le autoritàlocali stimano siano stati presenti circa 20.000 persone sulla spianata
Durante l’incontro con i fedeli Bergoglio ha indossato un copricapo tradizionale indigeno, con piumaggio colorato, giallo e marrone, che gli è stato donato e messo sul capo da uno dei fedeli che hanno portato le loro testimonianze, il catechista Steven Abala.
L’Angelus: ‘Sì all’incontro tra i popoli e le culture’
“Da questa terra benedetta dal Creatore, vorrei insieme a voi invocare, per intercessione di Maria Santissima, il dono della pace per tutti i popoli”, ha detto papa Francesco all’Angelus, al termine della messa celebrata allo stadio di Port Moresby, uno degli ultimi eventi della visita in Papua Nuova Guinea.
“In particolare – ha proseguito -, lo chiedo per questa grande regione del mondo tra Asia, Oceania e Oceano Pacifico. Pace, pace per le Nazioni e anche per il creato”. “No al riarmo e allo sfruttamento della casa comune! Sì all’incontro tra i popoli e le culture, sì all’armonia dell’uomo con le creature!”, ha aggiunto il Pontefice.
“Prima di concludere questa celebrazione, ci rivolgiamo alla Vergine Maria con la preghiera dell’Angelus”, ha affermato Francesco introducendo l’invocazione mariana. “A lei affido il cammino della Chiesa in Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone. Maria aiuto dei cristiani – ‘Maria Helpim’ vi accompagni e vi protegga sempre: rafforzi l’unione delle famiglie, renda belli e coraggiosi i sogni dei giovani, sostenga e consoli gli anziani, conforti i malati e i sofferenti!”, ha implorato il Pontefice. “‘Maria Helpim’, Regina della pace, aiutaci a convertirci ai disegni di Dio, che sono disegni di pace e di giustizia per la grande famiglia umana!”, ha poi concluso.
Il vescovo di Vanimo: ‘Un simbolo di pace in un mondo di conflitti’
“La visita di oggi è una pietra miliare significativa per promuovere la speranza e l’unità, nonché l’amore e l’armonia tra culture,gruppi etnici, tribù, lingue e nazioni”. Così il vescovo di Vanimo, mons. Francis Meli, si è rivolto a papa Francesco nel suo discorso di benvenuto durante l’incontro con i fedeli della diocesi sulla spianata della Cattedrale.
“La sua visita è un simbolo di pace in un mondo segnato da conflitti e guerre, violenza, soprattutto di genere, disuguaglianza, violenza legata alla stregoneria, cambiamenti climatici, crimini dei colletti bianchi e problemi di ordine pubblico”, ha affermato il presule: “Apprezziamo i suoi sforzi per promuovere la speranza, l’unità, la pace e l’amore, denunciando la violenza e tutte le azioni che danneggiano la famiglia umana”.
Dopo aver ricordato l’opera dei missionari e dei catechisti a livello locale, come pure la precedente visita di Giovanni Paolo II in Papua Nuova Guinea nel gennaio 1995, il vescovo ha aggiunto: “Santità, desideriamo anche riconoscere il suo ruolo significativo nella comunità internazionale e il costante impegno nell’evangelizzazione”.
Vanimo “accoglie un Papa per la prima volta”, ha detto ancora mons. Meli: “La sua visita, sulle orme dei missionari francescani, è un onore e un privilegio per la nostra terra”, sottolineato al Pontefice. “Prego e spero che la Sua visita, Santo Padre, porti un rinnovato fervore a tutti i cattolici e ai cristiani di Vanimo, unendoli nella fede e nella missione, soprattutto in questi tempi difficili”, ha concluso il vescovo.
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