Trasformare i due centri albanesi in Cpr, cioè centri per i rimpatri. Sarebbe questa l’ipotesi allo studio del governo, secondo quanto scrivono diversi quotidiani, per tornare a rendere operative Shengjin e Gjader, le due strutture oltre Adriatico, rimaste vuote dopo le ripetute bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d’appello dei trattenimenti dei migranti. Un’ipotesi di cui si sarebbe discusso in una riunione venerdì scorso tra la premier Giorgia Meloni il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano e che potrebbe prendere corpo in un nuovo decreto. Una nuova riunione sarebbe prevista anche per oggi.
Da strutture per ospitare i migranti caricati dai pattugliatori della Marina nelle acque internazionali del Mediterraneo, in attesa delle procedure di frontiera accelerate, Shengjin e Gjader diventerebbero così centri per gli irregolari già presenti in Italia e su cui pende un decreto di espulsione.
Sempre in tema di migranti il governo starebbe pensando al braccialetto elettronico per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese e fanno richiesta di protezione internazionale. Una misura alternativa alla detenzione nelle strutture ad hoc, ma pensata anche per evitare che i richiedenti asilo spariscano nel nulla una volta arrivati in Italia. Secondo quanto scrive il Messaggero la novità è contenuta in un emendamento del governo alla legge di delegazione europea all’esame del Senato approntato dagli uffici legislativi del Viminale.
Per approfondire Agenzia ANSA Il governo valuta un nuovo decreto Albania. Il Pd: “Una follia” – Notizie – Ansa.it Ipotesi di una stretta sulle Corti d’Appello. Fratelli d’Italia: ‘Andiamo avanti’ (ANSA)
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