Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ci siamo impegnati sul Pnrr sin dall’inizio, segnalando subito l’importanza di coinvolgere le imprese, in particolare le piccole e le micro, perché il Piano avesse successo. Per questo il sistema camerale è stato riconosciuto come soggetto attuatore nell’ambito di diversi filoni progettuali, dall’ambiente all’imprenditoria femminile. I risultati finora sono incoraggianti: le aziende, se sostenute e accompagnate, rispondono. E sono pronte alla prossima grande sfida: Transizione 5.0». Il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, riassume così il ruolo che le Camere di commercio hanno svolto e continueranno a svolgere nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, raccogliendo i frutti dell’esperienza maturata con Industria 4.0 e poi evoluta assieme al programma di incentivi all’innovazione.«Le amministrazioni centrali hanno trovato nel sistema camerale da un lato una rete territoriale diffusa, dall’altro le professionalità capaci di dialogare con le imprese», spiega Tripoli. L’efficacia è raccontata innanzitutto dai numeri dei Punti impresa digitale (Pid), che «in questi anni hanno dato un forte impulso alla digitalizzazione soprattutto delle micro, piccole e medie imprese»: l’attività di assistenza realizzata ha consentito di informare 480mila aziende attraverso più di 7mila eventi sulle tecnologie digitali, sui nuovi modelli di business e sul tema della transizione energetica e sostenibile. Il supporto attraverso orientamento e mentoring ha interessato oltre 11mila imprese e gli assessment sono stati più di 90mila. «Uno strumento chiave per prendere coscienza delle proprie competenze», dice il segretario generale di Unioncamere. «Le nostre analisi hanno permesso di rilevare che più della metà delle Pmi ha un livello base di digitalizzazione, solo il 16% circa un livello avanzato e solo un lavoratore su quattro può essere considerato un esperto digitale».Loading…Gli assessment come stimoli a migliorare, dunque, e l’elevata informatizzazione del sistema camerale come modello e sostegno qualificato. Da qui nasce il progetto PIDNext, di cui è titolare il ministero delle Imprese e del Made in Italy, per realizzare uno dei nuovi Poli nazionali di innovazione digitale nell’ambito della misura dedicata alle piattaforme tecnologiche. Lo scopo è far evolvere i Punti impresa digitale e «ampliare ancora di più il numero di aziende che vengono totalmente informatizzate e di almeno un migliaio quelle che accedono agli assessment».Sulla seconda grande transizione, quella ambientale, la collaborazione è invece con il ministero dell’Ambiente. Grazie a un accordo istituzionale, Unioncamere lavora alla diffusione della «cultura e consapevolezza su temi e sfide», a partire da quella energetica. «Aggiungiamo a questa attività generale – sottolinea Tripoli – un’assistenza specifica alle imprese per la creazione delle comunità energetiche rinnovabili, con una serie di eventi sul territorio che riprenderanno in autunno. Alcune Camere, come Varese, Torino e Salerno, sono partite molto tempo fa. Adesso allargheremo il programma a tutte le Camere».Con la Funzione pubblica il campo di intervento è rappresentato dai Suap, gli Sportelli unici per le attività produttive. «Li gestiamo in 4.081 Comuni, di cui 53 capoluoghi di provincia, e dal 2018 al 2023 siamo riusciti a ridurre da 185 a 59 giorni la durata delle procedure di media e bassa intensità, merito di tutte le amministrazioni che partecipano al progetto. Abbiamo collaudato il catalogo dei servizi per garantire l’interoperabilità. Ora l’obiettivo è rendere i Suap ancora più performanti. Un aiuto alla semplificazione, contro l’eccesso di burocrazia, arriverà dal fascicolo informatico di impresa, che sarà alimentato soprattutto dalle pratiche autorizzative dello Sportello unico, e dal decreto legislativo che razionalizza i controlli sulle attività economiche».