“A proposto di abusi della custodia
cautelare, è interessante occuparsi delle sanzioni disciplinari
ai magistrati che arrestano ingiustamente: sono comminate nello
0,2% degli errori. Praticamente mai. Ed una delle ragioni è
l’assoluta inerzia di chi dovrebbe far partire le azioni
disciplinari: ministero della Giustizia e Pg della Cassazione.
Su questo occorre intervenire normativamente”. Lo afferma il
deputato di Azione, Enrico Costa, invitando a “leggere la
relazione del Ministero della Giustizia sulle misure cautelari e
sull’ingiusta detenzione da cui emerge la totale impunità per
chi toglie ingiustamente la libertà ad una persona”.
“Viene alla luce – sottolinea – un quadro sconfortante.
Prendiamo gli ultimi anni, dal 2018 al 2023: sono state
risarcite dallo Stato ben 4.368 persone ingiustamente arrestate,
per una somma complessiva di 193.547.821. Tanti errori, quindi.
Ma paga solo lo Stato perché di fronte a questi numeri, dal 2017
al 2023 sono state avviate 87 azioni disciplinari con il
seguente esito: 44 non doversi procedere, 27 assoluzioni, 8
censure, 1 trasferimento, 7 ancora in corso. Le sanzioni sono
solo nello 0,2% dei casi di ingiusta detenzione. I magistrati
quindi non pagano praticamente mai sul piano disciplinare”.
“Cosa ha fatto il Governo? Di azioni disciplinari su casi di
ingiusta detenzione ne sono state avviate dal Ministero della
Giustizia 1 (una) nel 2022 e 3 (tre) nel 2023 (anni in cui
complessivamente si sono pagati oltre 50 milioni di euro di
riparazioni per ingiusta detenzione). Praticamente nulla. Questa
– osserva ancora – è una conseguenza di aver messo l’ispettorato
del Ministero della Giustizia nelle mani dei magistrati fuori
ruolo. A questo si aggiunga che il 95% delle segnalazioni
disciplinari al Pg della Cassazione è archiviato de plano e che
il Ministero della Giustizia non si oppone mai a queste
decisioni. Ps: nello stesso periodo le valutazioni di
professionalità dei magistrati sono state “positive” in oltre il
99% dei casi”, conclude.
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