Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl governo stringe sul nuovo pacchetto di aiuti contro il caro energia atteso al Consiglio dei ministri di domani insieme al disegno di legge delega sul nucleare. Ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una nuova riunione interlocutoria, alla quale ha partecipato anche la premier Giorgia Meloni, con ministri competenti, a cominciare dal titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e tecnici per trovare un punto di caduta che assicuri, come sollecitato da lei stessa, misure concrete e dagli effetti visibili. La coperta, nonostante il pressing di questi giorni, continua, però, a essere molto corta e questo rende complessa la ricerca del giusto punto di equilibrio tra la necessità di fornire un salvagente efficace alle famiglie in difficoltà, che sono quelle più esposte ai rincari di luce e gas, e l’esigenza di non tralasciare un segnale anche verso le imprese, i cui appelli, non solo quelli lanciati dagli energivori, si sono intensificati nelle ultime settimane.La linea della premier MeloniLa soluzione finale del rebus ancora non c’è. Ma si sta lavorando su diverse ipotesi con l’obiettivo di concentrare il più possibile nel breve periodo le risorse a disposizione – i 2,8-2,9 miliardi faticosamente recuperati dal Mef – e rendere le misure più efficaci possibili, come chiesto dalla presidente Meloni, per allentare l’impatto del caro prezzi. Per questo si starebbe valutando di procedere verso un intervento più incisivo a favore dei più fragili rispetto alla misura concepita inizialmente di un possibile innalzamento fino a 15mila euro (a fronte degli attuali 9.530) della soglia Isee che determina l’accesso al bonus sociale, lo sconto per le famiglie in condizioni di svantaggio economico o fisico.Loading…L’ipotesi di concentrare le misure su tre mesiL’ipotesi più accreditata al momento sarebbe quella di limitare a soli tre mesi il potenziamento del bonus fino a 20mila euro (alzando in modo proporzionale anche l’asticella per i nuclei più numerosi, con almeno 4 figli a carico, oggi a 20mila). All’Arera – i cui tecnici erano presenti al tavolo di ieri – è stato affidato il compito di elaborare delle stime puntuali sull’esatta dimensione della platea (i dati Isee che indicano in circa 7 milioni i potenziali beneficiari vanno incrociati con quelli del sistema informativo integrato che custodisce tutte le informazioni sulle utenze energetiche), ma soprattutto su come erogare l’aiuto per renderlo subito percepibile nelle bollette delle famiglie in difficoltà.Il capitolo delle impresePoi c’è il capitolo imprese, dove, complici le risorse non infinite e già impegnate per buona parte dal possibile ampliamento del bonus, si cerca di capire se privilegiare l’ipotesi dell’anticipazione delle compensazioni per i costi indiretti dell’Ets (la tassa sulle emissioni), che sembrerebbe quella meno ardua, o allargare il raggio d’azione ad altre misure, a partire dall’idroelettrico alle prese con il nodo dei rinnovi (si veda altro articolo in pagina). Su questo fronte, un canale con Bruxelles è stato aperto e le opzioni sono diverse (dall’ipotesi che aggancia i rinnovi alla cessione al Gse di una parte di diritti sull’energia prodotta, a quella che riassegna le concessioni al concessionario scaduto o uscente a fronte della presentazione di piani pluriennali di investimenti). Ma la chiusura del cerchio ancora non c’è.