Via libera in Consiglio dei ministri al disegno di legge sul femminicidio. “E’ un passo avanti per la tutela delle vittime di violenza” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando di un provvedimento “estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo”. Prevede, inoltre, “aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato”.
Che cosa cambia
Nel disegno di legge, si legge in una nota esplicativa del Consiglio dei ministri, ”si introduce la nuova fattispecie penale di ‘femminicidio’ che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo. In particolare, si prevede che sia punito con tale pena ‘chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità’. In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento delle pene previste di almeno un terzo e fino alla metà o a due terzi, a seconda del delitto”.
Il testo prevede, inoltre, ”l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pubblico ministero, non delegabile alla polizia giudiziaria, nei casi di codice rosso”. “Introduce, inoltre, specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio; prevede il parere, non vincolante, della vittima in caso di patteggiamento per reati da Codice Rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice; nei casi in cui sussistano esigenze cautelari, prevede l’applicazione all’imputato della misura della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari; interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso; introduce, in favore delle vittime di reati da Codice Rosso, un diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali; rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’art. 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023; estende alla fase della esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati dai fatti di omicidio ‘codice rosso’ e di femminicidio; introduce una disposizione di coordinamento che prevede l’estensione al nuovo articolo 577-bis dei richiami all’articolo 575 contenuti nel codice penale”.
L’intervento si inserisce anche nel ”quadro degli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e nel solco delle linee operative disegnate dalla nuova direttiva (Ue) 1385/2024 in materia di violenza contro le donne, nonché delle direttive in materia di tutela delle vittime di reato”.Roccella: “Novità dirompente, è mutamento culturale”
La ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella spiega che si tratta di un importante “mutamento culturale” perché con il ddl “diventa un reato autonomo”. Sin dall’inizio del suo mandato, ha spiegato Roccella, il governo è intervenuto per contrastare la violenza nei confronti delle donne: “Abbiamo fatto un primo intervento legislativo che aveva degli elementi anche molto innovativi come l’arresto in flagranza differita”, puntando “proprio sulle misure cautelari, quindi, sugli strumenti della prevenzione”, ma “i femminicidi sono diminuiti solo in misura molto lieve e, quindi, abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente”, ha sottolineato. Femminicidio, ha rimarcato Roccella, “è una parola che usiamo abitualmente e che c’è, per esempio, nella titolazione della Commissione bicamerale, la possiamo leggere nelle sentenze. Ma fino a ora non era mai entrata nel codice (penale, ndr.)”.
Nordio: “Una svolta epocale”Parla di una svolta epocale anche il ministro di Giustizia Carlo Nordio riferendosi alla “fattispecie autonoma”, aggiungendo che una “novità importante è l’attenzione riservata a vittima o parenti”. C’è la “necessità di sentire l’opinione della vittima anche quando si chiede un patteggiamento”. “E’ necessario ascoltare la vittima” anche quando si parla di “liberazione” o “attenuazione” delle misure nei confronti del detenuto per questo tipo di reati”.Piantedosi: “Limitato accesso a benefici penitenziari per i reati di Codice Rosso””Il limite all’accesso ai benefici penitenziari per i reati di Codice Rosso è un intervento molto importante” sottolinea il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Come ha precisato il collega Nordio, si inserisce nella scia di alcuni provvedimenti, adottati a partire dal 2023 con la legge 168, segnando una presenza molto forte dello Stato su questo tema”. Piantedosi ha, poi, evidenziato che ”le nuove misure rafforzano la capacità di prevenzione e repressione dei reati di violenza domestica e di genere, garantendo una maggiore protezione delle vittime”.Casellati: “Ci sarà testo unico con norme su diritti donne e loro negazione”L’introduzione del delitto di femminicidio è propedeutica”, spiega il ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, “alla presentazione di un testo unico che stiamo elaborando con il ministro Roccella e i ministri competenti e che conterrà tutte le norme che riguardano da una parte i diritti delle donne – perché esse ne abbiano consapevolezza – e dall’altro tutte le forme di negazione dei diritti e di violenza fino al femminicidio”.Calderone: “Punisce i colpevoli e sostiene le vittime””Il nostro impegno – sottolinea il ministro del Lavoro, Marina Calderone – deve essere certamente quello di punire chi si rende responsabile di un reato così efferato, però, contemporaneamente c’è anche l’impegno da parte del governo, con gli strumenti che abbiamo messo in campo, per sostenere chi si trova in una condizione di difficoltà e di criticità e soprattutto dare alle donne la possibilità di potersi liberare da situazioni così tragiche”.
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